giovedì 11 gennaio 2018

CARTOLINE SIRACUSANE - Armando Carruba -

DIETRO LE POSTE
I giorni di festa vanno sulle ruote, la giostra li porta e li riporta via! Questi versi di una vecchia poesia sottolineano, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza c’avevano le giostre sino ad una quarantina d’anni fa.
In Borgata erano a piazza S. Lucia; in Ortigia il loro posto tradizionale dietro le Poste, e qualche volta alla Marina.
Dietro le Poste le giostre venivano spesso con i loro autoscontri, con le gabbie che giravano a forza di braccia, con quella gretta che manovrata sapientemente riusciva a pescare un pacchetto di sigarette da dieci, oppure una penna a biro, un cioccolatino o soltanto chicchi di granturco!
Ma tra specchi deformanti, tiri a segno, percorsi del terrore e altre attrattive, il divertimento per i piccini degli anni cinquanta erano le giostrine con i cavalli.
Così il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca nella sua poesia Giostra: La giostra gira appesa ad una stella/tulipano delle cinque parti della terra/Sopra cavallini mascherati da pantere/i bimbi mangiano la luna/quasi fosse una ciliegia.
Quei cavallini dei sogni sono stati sostituiti prima dalle automobiline, in seguito da bolidi, aerei, navi spaziali, missili in plastica e vetroresina, tutti simboli dei nostri giorni, frutto della tecnologia più avanzata, di quella tecnica che ha soppiantato il cavallo.
C’erano anche i circhi equestri dietro le Poste; di questi ricordiamo Zappalà ed il suo teatro tenda con i classici del repertorio siciliano Zolfara, Cavalleria Rusticana, I Navarra etc.
Il circo Zoppis e il circo Bisbini che tiravano avanti con qualche cavallo spelacchiato e dei baldi giovanotti al trapezio, un cantante accompagnato dalla fisarmonica e batteria con repertorio napoletano, un pagliaccio e qualche patetica ballerina che aveva il compito di far vendere qualche biglietto.
Ricordarli oggi fa tenerezza; erano dei veri e propri artigiani dello spettacolo; certe volte costretti  ad inventarlo su due piedi con quella passionaccia che solo chi ama questo mestiere ha per sopportare i momenti difficili.
Dietro le Poste ricordiamo l’arena Garden, un cinema all’aperto durato cinque o sei stagioni, che ogni sera costringeva un nugolo di ragazzi a star appollaiati sul terrazzino dei gabinetti per assistere ad una disastrosa visione poiché da qual punto si vedeva mezzo quadro e difficilmente si comprendevano le parole.

Oggi dietro le Poste non c’è  più niente, soltanto quattro o cinque roulotte che vendono panini e patatine e che in qualche modo illuminano la desolazione del posto.     

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