martedì 9 agosto 2016

SARAUSA TI AMO E TI ODIO CHE DIRTI NON SO - Armando Carruba -


LE NAVI DEGLI ANNI '50

Mio padre, guardia di sanità marittima, fu trasferito da Catania a Siracusa arrivando il 17 maggio 1947.
Fu fortunatissimo! ci diedero alloggio co. la Stazione Sanitaria Marittima in via Largo Molo n. 8, di recente restaurata ma non più adibita come sanità marittima e l'altro edificio, che per i siracusani   era conosciuto come "'u lazzarettu" oggi è la sede del vigili urbani. L'appartamento era composto di 6 stanze più servizi e di un grande terrazzo dove si vedeva tutto il porto, la marina etc. Sotto la banchina dove d'estate facevamo anche i bagni.
Delle navi ricordo l'Argentina, la Città di Tunisi, l'Esperia, l'Enotria, Star of Malta.... Prima che la nave spuntasse dal Castello Maniace e l'isola, arrivava la telefonata al 1979 (era questo il numero della Stazione Sanitaria Marittima di Siracusa), mio padre informava il medico provinciale e insieme o con qualche altro collega sarebbero saliti a bordo. Subito dopo la telefonata, vedevamo partire la pilotina per andare a prendere la nave e fare da guida nell'entrare in porto e facilitare l'attracco. La nave doveva portare la bandiera gialla, che stava a significare che nessun passeggero poteva scendere da se prima il medico provinciale non avesse ispezionato la nave. Una formalità che durava una mezz'oretta, dopodichè ammainamento della bandiera gialla e i turisti potevano visitare la nostra città. Tante volte sono salito su queste navi, facendo domande su domande all'equipaggio e ricordo una volta il capitano dell'Enotria mi regalò un libretto sui segnali con le bandiere e con tutte le bandiere di tutte le nazioni. 
La partenza era triste, perchè un fatto è partire col treno che va subito via dopo la curva e un altro con la nave che lentamente lascia il porto.
Ricordo gli emigranti con le valigie di cartone legate a croce quasi si portassero dietro ognuno la sua croce. Arrivavano in treno sino alla Stazione Marittima (oggi Capitaneria di Porto) pranzavano 'nté cantine e quando partivano compravano sempre qualcosa dai carrettini del piazzale. Una bambola da regalare alla fidanzata che restava, una pistola a capsi per il ragazzo per ammortizzare la partenza del padre, oppure uno di quei tanti lavori di certosino che gli ospiti della casa ccu 'n occhiu (carcere) facevano.
Poi quando veniva ammainata la bandiera di partenza ( una bandiera di colore blu con un rettangolo bianco al centro) era il momento degli abbracci, baci, 'a sciuta dde' fazzuletti e a volte anche gomitoli di lana... un capo lo teneva chi stava giù e un capo chi partiva e mano mano che la nave si scostava dalla banchina, quei fili di lana di diversi colori formavano un arcobaleno... come arcobaleno erano le emozioni di chi partiva e di chi restava.

'A PARTENZA 'ILL'EMIGRANTI

Ssu partuti arsira l'emigranti
salutannu li sò parenti tutti
ssu partuti ccu 'a navi dde' novi
e cu lu scuru ppi nun disturbari.

Vanu 'ntà 'n autru cuntinenti,
pirchì 'sta terra nun offri mai nenti,
paroli 'o ventu, disoccupazioni
troppu picca ppi ccu famigghia teni.

Ssu partuti ccu 'na risata 'nvucca
e un gruppu 'ntà 'a gula sicca,
ccu 'a surura 'mpicchiata 'ntà faccia
ssu partuti agitannu li vrazza.

L'occhi sempri fissi a la banchina
mentri 'a navi lenta s'alluntana,
fazzuletta svintulianu 'ntò celu
quanti culura chi arcubalenu-

Su partuti l'emigranti picciriddu...
a ccu saluti si nun c'è cchiù nuddu?
Chi fai chianci? nun ti prioccupari
sicuru ppi Natali tò pà veni...

Armando Carruba

LA PARTENZA DEGLI EMIGRANTI . Ieri sera son partiti gli emigranti salutando tutti, son partiti con la nave alle nove di sera, col buio, quasi a non voler disturbare. Vanno in un altro continente, perchè questa terra non offre niente, solo promesse e disoccupazioni, poco per chi deve mantenere famiglia. Son partiti ridendo e con un groppo in gola, col sudore in faccia son partiti agitando le braccia. Gli occhi senpre a guardare la banchina, mentre la nave lentamente s'allontana, fazzoletti sventolano salutando il cielo, quanti colori che arcobaleno! Son partiti gli emigranti ragazzino... a chi saluti se non c'è più nessuno? Che fai piangi? Non preoccuparti che il prossimo Natale tuo papà viene...

  

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