giovedì 7 luglio 2016

QUANNU C'ERANU I VARCHI di Armando Carruba

Se a Siracusa ascoltate la frase: quannu c'eranu 'i varchi si vuole ricordare il periodo in cui degli anziani pescatori fecero una cooperativa (erano associati da una stretta di mano che valeva più di qualsiasi contratto notarile) e con delle barche siracusane effettuavano il tragitto dalla borgata alle poste (cioè il centro).
Erano tempi in cui si camminava a piedi, solo le famiglie benestanti possedevano l'automobile e quindi gli unici mezzi di trasporto erano l'autobus e questo preziosissimo servizio dde' varchi.
I burgarioti andavano a fare la spesa in Ortigia, le barche non avevano orario di partenza quando si raggiungeva un numero di persone si partiva; non esisteva neanche il biglietto, durante il tragitto uno dei passeggeri prendeva la latta e raccoglieva i soldi del viaggio (ricordo negli anni che costava 5, poi 10 sino a 20 lire).
Indimenticabile 'u zu Natali, appena poche remate e cominciava a dire soddi! avanti soddi!
Nelle domeniche estive il lavoro era quadruplicato, noi ragazzini mettevamo le mani nell'acqua e lesto il rimprovero benevolo del barcaiolo i manu! Ogni tanto qualche giovanotto voleva esibirsi nel remare e se il barcaiolo vedeva che il giovane era esperto lo lasciava fare e si riposava un po' sennà lesto e tosto gli levava i remi dalle mani.
Noi ragazzini facevamo la cursa cca varca, cioè a dire che aspettavamo che la barca partisse e di corsa a piedi andavamo all'altra sponda per vedere se arrivavamo prima noi o la barca.
Il progresso, gli autobus prima, le macchine dopo e soprattutto l'età di questi marinai, hanno fatto sì di cancellare definitivamente il servizio, è rimasto un ricordo in noi che per necessità o semplice piacere andavamo su e giù per le acque del porto piccolo.

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