martedì 22 marzo 2016

VENERDI' SANTO Armando Carruba

'U VENNERDI'
Il venerdì è il giorno che ci ricorda la morte del nostro Signore Gesù Cristo.
Le superstizioni su questo giorno erano tante e certe cose non si facevano perchè portavano male.
Non si dovevano tagliare le unghie, non bisognava ridere molto, c'è un detto che dice: cu di vennerdì riri, 'o sabbatu chianci.
Chi nascva di venerdì era ritenuta una persona fortunata perchè il malocchio non lo prendeva; su questo c'è il detto: nun ci pò nné pruuli nné baddi.
Durante una conversazione fatta di venerdì fra due persone, se capitava di dire contemporaneamente parole uguali, ciò toglieva sette peccati.

QUANNU CASCAVA A TILA
Nella notte di Pasqua, con una verga di vite chiamata sammentu si battevano le porte e si diceva: Tutti 'i diavuli nesciunu fora!; si gettava anche dell'acqua sulla strada e così facendo si voleva rinfrescare l'anima dei morti.
In campagna gli uomini facevano dei ruzzoloni sull'erba, così durante l'anno non soffrivano di mal di pancia.

Le mamme che avevano bambini piccoli, facevano poggiare loro i piedi a terra, così da grandi camminavano sulla retta via.

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