sabato 10 gennaio 2015

Un giro per Siracusa - PIAZZA PANCALI - Armando Carruba

Al termine di Corso Umberto I si trova il ponte umbertino, e attraversandolo si entra in Ortigia, dove un tempo era una splendida porta spagnola che oggi si può ammirare in vecchie foto.
Questa porta è stata demolita nel 1892 e lo stemma marmoreo che sormontava l'arco con la corona reale è custodito presso il museo.
Il ponte umbertino ha da sempre affascinato i bambini che sovente si fermavano a guardare il mare attraverso le feritoie.
Quando scende la sera se dal ponte guardate il mare verso il porto grande, noterete senz'altro la luna giocare a nascondino con le onde che con dolcezza cullano le imbarcazioni ormeggiate.
Piazza Pancali prende il nome da Emanuele Francica, barone di Pancali (1783 - 1868) uomo integerrimo, patriota liberale, iniziato alla massoneria fu scelto a capo dei giovani liberali siracusani per la sua scaltrezza nell'occultare i movimenti dei cospiratori.
Fu sindaco di Siracusa nel 1837.
In questa piazza si può ammirare il primo tempio greco costruito a Siracusa, quello d'Apollo, una costruzione risalente al 565 a.C. di stile dorico con sei colonne frontali e diciassette laterali.
Sul terzo gradino dalla parte orientale, appare incisa una epigrafe da cui si deduce che il tempio sia stato dedicato ad Apollo.
Il Privitera, lo dice dedicato anche ad Artemide cacciatrice, ed anche questo è accettabile poiché i culti di Apollo e Artemide erano spesso associati.
A piazza Pancali numerosi nidificano i passeri e se per un istante chiudi gli occhi, con la fantasia si rivede quel meraviglioso Caffè della Posta e i barcaioli che traghettavano i burgarioti e i chioschi che vendevano quelle bibite colorate o l'acqua seltz.
A Catania questi chioschi sono ritornati di moda addirittura a piazza Umberto a CT se ne trova uno del 1800.
Ma i nostri a Piazza Pancali non scherzavano affatto, negli anni cinquanta producevano tante bibite multicolori e dissetanti, e tante caramelle dei poveri: i bomboloni.
Pippo Lantieri, gestore all'epoca di un bel chiosco ne faceva di bomboloni, lui era buono come i bomboloni che produceva ed è ricordato dai siracusani di una certa età come l'uomo della pace giacchè finchè visse portò questo meraviglioso messaggio d'amore in giro per il mondo ai potenti di quegl'anni.

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